19/03/2024
Mascherine e disinfettanti, il baluardo contro il Covid

Mascherine e disinfettanti, il baluardo contro il Covid

Con la pandemia abbiamo dovuto iniziare a familiarizzare con le mascherine per evitare il contagio da Covid. Ne esistono diverse tipologie, da quelle più sicure e destinate ad uso in ambienti con elevati livelli di rischio, come per esempio gli ospedali, fino a quelle per l’uso di tutti i giorni e per andare a fare la spesa.

Le differenze possono essere in alcuni casi difficili da riconoscere, ma bisogna imparare a utilizzare la mascherina più adatta per la nostra sicurezza, scoprendo tutti i vantaggi della profilassi delle proposte dello shop online di dispositivi di protezione Mask Haze
in una situazione critica come quella che stiamo vivendo.

Le mascherine certificate contro il Covid

I dispositivi di sicurezza individuali, cioè le mascherine, svolgono la duplice funzione di proteggere noi dagli altri, impedendo che le loro goccioline di saliva ci raggiungano e viceversa.

Indossare un dispositivo di protezione individuale permette di bloccare le goccioline di saliva presenti nel respiro e che inevitabilmente vengono prodotte quando si parla, impedendo che giungano in contatto con le nostre mucose.

In questo modo si impedisce che portino con sé potenziali cariche virali sufficienti per contagiarci. I dispositivi di sicurezza personali non sono tutti uguali e le prestazioni cambiano in base alla categoria.

Tutte le mascherine che si possono utilizzare per proteggersi dal Covid sono progettate per bloccare le particelle di saliva, senza una limitazione sostanziale del flusso di ossigeno disponibile per la respirazione. La loro struttura infatti è sufficientemente grande e larga da far passare le molecole di aria, ma tale da bloccare le goccioline che ospitano i patogeni.

È molto importante quando si indossa una mascherina chiudere bocca e naso, in alcuni casi proteggendo anche il mento, proprio per evitare che ci possano essere contaminazioni secondarie.

In alcuni casi si rimane però perplessi quando leggendo fra le notizie sulle mascherine si trova che non si tratta di un dispositivo di protezione individuale.

In realtà quello che deve essere guardato è il grado di protezione offerto dal singolo dispositivo, perché le mascherine non sono in grado di filtrare gas tossici, come per esempio l’anidride carbonica o i vapori di idrocarburi.

Il grado di sicurezza riportato sulle singole mascherine ne consente l’applicazione in settori ben determinati, ma il loro uso non è universale. In alcuni contesti si può anche utilizzare la sovrapposizione tra due dispositivi di protezione per incrementarne l’efficacia, ma è sempre necessario partire con mascherine con un grado di protezione chirurgico ffp2 o ffp3.

Sovrapporre due maschere ffp1 è completamente inutile come soluzione per proteggere dal Covid perché la trama sottile del tessuto con cui sono realizzate non è tale da permettere un adeguato stop alla carica virale.

Le tipologie di mascherina

Innanzitutto bisogna premettere che le mascherine fai da te che a volte si vedono in giro sono completamente inutili, perché il tessuto utilizzato nel migliore dei casi riesce a bloccare soltanto il particolato grossolano. Ad esempio funzionano per una parte delle polveri di legno o di cemento che si possono trovare in un officina, ma non offrono il benché minimo livello di sicurezza contro le droplet e i virus che sono enormemente più piccoli.

Le tipologie di mascherina destinate alla prevenzione da contagio contro il Covid deve essere chirurgiche, di tipo ffp2 e ffp3 nel rispetto della norma UNI EN 14683:2019 + AC:2019 che richiede una verifica strumentale oggettiva delle prestazioni, sia per quanto riguarda la traspirazione dell’ossigeno che il blocco delle particelle presenti nell’aria.

La loro funzione è quella di evitare l’emissione di patogeni attraverso bocca e naso, sia per soggetti con infezione conclamata che per gli asintomatici e di limitare considerevolmente il pericolo di inalare particelle virali se si frequentano ambienti a rischio, con determinati gradi che vanno dal moderato al severo.

Se infatti una mascherina ffp3 è sicuramente una soluzione ottimale per abbattere il contagio in qualsiasi tipo di ambito, per andare a fare semplicemente la spesa potrebbe essere considerata sovradimensionata, anche se la precauzione non guasta mai.

Questo tipo di dispositivi di protezione individuale sono realizzati con materiale filtrante sulle parti attive e in alcuni modelli completamente schermate, per garantire la sicurezza anche di aree esposte in maniera secondaria e possono essere o meno dotate di valvole. v

Vengono concepite per proteggere dall’azione di vari tipi di aerosol e fumi oltre che dalle polveri sottili, tutti elementi che possono essere portatori di possibile contagio.

Se le ffp1 bloccano sostanzialmente la polvere grossolana e si possono impiegare per i lavori in edilizia oppure in falegnameria, sono completamente inutili contro le particelle che possono essere potenzialmente cariche di virus, perché ad esempio non riescono neanche a bloccare i pollini, molto più grandi del patogeno.

Per un primo livello di profilassi, ad esempio per andare a fare la spesa al supermercato, a patto che ci si mantenga alla giusta distanza dalle altre persone presenti e si limiti il tempo di esposizione, le mascherine ffp2 sono perfettamente conformi e a norma di legge.

Non si possono ad esempio impiegare come dispositivo unico di protezione in ambienti potenzialmente a rischio come un ospedale e ancor meno nei reparti specifici dove le regole sono differenti.

Le mascherine tipo ffp3 invece vengono ottimizzate per gli ambienti dove il rischio di contaminazione è considerato alto ma non critico. Proteggono adeguatamente anche all’interno di ambienti clinici e ospedalieri, naturalmente al di fuori dei reparti specialistici contro il Coronavirus. Qua infatti le disposizioni di legge prevedono l’Impiego di soluzioni molto più drastiche per evitare il rischio di contagio incrociato per gli operatori sanitari.

Su molte mascherine ffp2 e ffp3 è presente una valvola la cui funzione principale è quella di permettere lo smaltimento dell’umidità che si può accumulare all’interno del tessuto.

Il fatto che la mascherina è progettata per non far passare le gocce di acqua e saliva e quindi tende a fare condensa. Tramite l’apertura di questo dispositivo si evita la formazione di umidità e si riduce la sensazione sgradevole di difficoltà respiratoria legata alla saturazione dell’aria.

Aprendo la valvola, però, si fa calare drasticamente l’efficienza e quindi si deve ricorrere al suo uso soltanto nel caso in cui si sia costretti, ma soprattutto ci siano le condizioni al contorno per non rischiare di contagiare altre persone.

Le mascherine ffp3 bloccano anche particelle irritanti come spore, pollini, metalli pesanti e addirittura l’uranio, il piombo e l’amianto con concentrazioni superiori fino a 50 volte rispetto a quelle consentiti per legge.

L’eliminazione delle particelle tocca il 99% anche in condizioni particolarmente impegnative, mentre il flusso d’aria viene attenuato del 2%, sostanzialmente impossibile da distinguere senza mezzi strumentali. La sensazione di difficoltà respiratoria, infatti, è soltanto correlata all’aumento di umidità e si risolve aprendo la valvolina.

Perché è importante l’igienizzazione

Le mascherine bloccano la stragrande maggioranza delle goccioline di saliva che possono essere emesse respirando o parlando, ma comportamenti erronei e le inevitabili tolleranze sui grandi numeri rendono necessario anche l’impiego di interventi di altra natura per ridurre ulteriormente il pericolo quotidiano di subire contaminazioni da parte di particelle attive e cariche virali.

Il Covid infatti riesce a sopravvivere per una certa quantità di tempo anche quando giunge in contatto con superfici di uso comune, come ringhiere, campanelli o simili e può annidarsi addirittura anche nei tessuti come tende e divani.

Abbattere la carica virale presente su tutte le superfici con cui possiamo aggiungere a contatto in maniera diretta o indiretta è quindi strettamente necessario. Non si può neanche trascurare il fatto che parlando le nostre mani possono essere investite da flussi di goccioline di saliva che rimane appiccicata e può essere poi portata ad infettare le mucose in maniera del tutto involontaria.

Sanificare gli ambienti utilizzando gli appositi dispositivi di sicurezza è quindi assolutamente indispensabile per ridurre al minimo il rischio di contaminazione. La frequenza del trattamento deve essere tanto più alta quanto maggiore è la quantità di persone che possono venire in contatto con superfici nel tempo.

Ingressi di strutture, mezzi di trasporto pubblici e privati, campanelli e portiere sono al centro dei interventi di sanificazione, ma non solo.

La cura dell’igiene personale contro il Covid è a sua volta estremamente importante e non si può trascurare sotto nessuna ipotesi. La sanificazione delle mani è fondamentale e deve essere fatta ogni volta che si entra in contatto con ambienti condivisi, oppure dopo aver toccato oggetti sospetti.

Per sicurezza ogni volta che si entra in un locale pubblico o in un negozio è importante disinfettarsi le mani utilizzando i prodotti messi a disposizione, come quelli a base alcolica, di ipoclorito di sodio e di altri detergenti specifici.

Lavarsi le mani è estremamente importante anche per il semplice fatto che mettersi la mascherina dopo essere giunti in contatto con una carica virale può significare riportarla all’interno del dispositivo e farla entrare forzatamente in circolo grazie alla formazione della condensa interna.

Utilizzare il sapone specifico e sciacquarsi lungamente le mani, in particolare sotto le unghie fra le dita e lungo i polsi è quindi di fondamentale importanza per abbattere in maniera significativa il pericolo di giungere in contatto con il patogeno e di contrarre la malattia.

Si tratta soltanto di un piccolo gesto ti rispetto per se stesso e per gli altri che non richiede un particolare sforzo ma che può fare sostanzialmente la differenza, anche perché il Covid-19 è un patogeno profondamente domestico, cioè tende a colpire maggiormente gli ambienti più frequentati e quindi portare con sé delle particelle virali in casa significa esporre potenzialmente in maniera indiretta anche i nostri cari.